Il Parroco nel 1962 era Don Ajani e sicuramente a Figino ha lasciato il segno, una figura straordinaraia, e ricordo benissimo come sapeva interagire con i ragazzi che frequentavano l’oratorio.
Lo confesso a quei tempi non mi interessava molto il catechismo, frequentare la messa e tutte le altre attività di indtrottinamento. In casa non siamo mai stati “di chiesa” anzi il contrario. Mi interessava molto di più giocare e l’oratorio aveva, per me, tutte le caratteristiche ideali.
C’era un baretto all’oratorio, spuma, aranciata, cedrata, chinotto erano le bevande, ma sopratutto a liquerizia e le cicche.
Ho mangiato tanta di quella liquerizia!! le scarpette, le stringhe, le more e i bastoncini da succhiare e mordere.
La stringa da 10 lire era la mia preferita con 20 lire te ne davano tre, era un filo di liquerizia lungo circa 30/40 centimeri, assomigliama prorprio ad una stringa nera, attorciliato con una perlina di zucchero al centro. Si metteva in bocca il capo di questa stringa che piano piano si mangiava a mò di spaghetto.
Per alciune ora avevi la bocca e i denti compoletamente neri!!
I giochi preferiti erano la pista delle biglie e quella fatta con i “tollini”,
tutti avevamo la nostra dotazione di biglie di vetro colorate, si tracciava un percorso nella terra e si spingevano, a turno, le biglie verso il traguardo con un colpo dato con il pollice. Il vincitore aveva per premio tutte le biglie degli altri partecipanti… io ero sempre senza biglie ero proprio una schiappa!!
L’altrenativa alle biglie erano i “tollini” si tracciava una pista questa volta con il gessetto bianco (quello che si ussava a scuola per scrivere sulla lavagna) su un pavimento piano e si utilizzavano i tappi corona preferibilmente quelli della Coca Cola o del Chinotto Recoaro, si appesantivano con lo stucco per i vetri, i più creativi applacavano una foto dei campioni del ciclismo: Bartali, Coppi, Anquetil… ritagliata dai giornali e, come per le biglie, si spingevano a colpi di pollice verso il traguardo. In palio una stringa da 10 lire. Si giocava felici per ore
Ma la vera trasgressione per noi ragazzini era dietro la chiesa di San Materno. Proprio li c’era un bellissimo fontanile, l’acqua di falda sgorgava abbondante e fresca, e noi ragazzi eravamo attratti dal quella strana meraviglia della natura. Nei dintorni di Figino c’erano numerosi fontanili.
Il pretesto per andare verso il fontanile era il gioco del pallone, spesso gettavamo la palla di proposito proprio li per andarla a recuperare, cercando di non farci scoprire dal Prevosto.
In qui caldi pomeriggi d’estate, come giovani esplotatori spesso ci avvicinavamo pericolosamente verso il centro del fontanile, e vi assicuro che era piacevole la sensazione di sprofondare in quel terreno molle. Proprio la senzazione delle sabbie mobili.
Noi ragazzi giocavamo spensierati sprezzanti del pericolo. La magia si interronpeva quando Don Ajani accorreva di corsa, tonaca al vento intimandoci di allontanarci immediatamente e per punizione di corsa in sacrestia a recitare 10 Ave Maria e 10 Padre Nostro. Ah, le punizioni di Don Ajani!!!
Noi, ragazzini come piccoli Indiana Jones, nelle sabbie mobili di Figino….